Jannis Kounellis nasce il 23 marzo 1936, a Pireo, in Grecia. Ma si trasferì molto giovane in Italia, a Roma, per frequentare l'Accademia delle
Belle Arti,
E' considerato uno degli esponenti più rilevanti di quella che viene definita "arte povera".
Kounellis è interessato soprattutto all'aspetto materico dell'arte, come in Burri, ma anche alle sperimentazioni di Fontana, che tendono a spingersi oltre il quadro. La ripresa di elementi della realtà diventa per l'artista un'acquisizione fondamentale che caratterizzerà tutto il suo lavoro.
Le sue opere hanno per oggetto il carbone, la lana, il cotone, i sacchi, e già qui si può intravedere una poetica dell'originario che viene espressa in maniera semplice e minimale, attraverso la presentazione di questi materiali su basi di metallo. In queste opere di Kounellis c'è un forte richiamo al mondo del lavoro, sia rurale che industriale.
A partire dal 1960 l'artista inizia anche a creare delle composizioni di oggetti e materiali.
Con il passaggio agli anni '70 il lavoro di Kounellis si carica di pesantezza, dovuta alla frustrazione di fronte al fallimento dell'arte povera, vittima delle dinamiche commerciali della società.
Questo sentimento appare chiaro nella sua porta chiusa con delle pietre, presentata per la prima volta a San Benedetto del Tronto.Questo suo sentimento continua nel tempo, culminando con il lavoro presentato all'Espai Poblenou nel 1989, caratterizzato da parti di bue macellate ed affisse.
Tra le sue opere più importanti compare la stazione Metro di Piazza Dante, a Napoli, città in cui l'artista lavora molto durante la sua vita (lavorò a piazza del Plebiscito, al Museo Madre, al Museo di Capodimonte).
L'opera, del 2002, è composta da pezzi di rotaia che tengono stretti indumenti (cappelli, sciarpe, scarpe), maschili e femminili, forse a simboleggiare il continuo fluire dei passeggeri ma anche della loro stessa vita.
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